Province: Report Fp Cgil, 55 enti sforano patto stabilità, rischio -1.350 euro di salario per dipendente
17 mila dipendenti coinvolti, senza interventi riflessi pesanti su busta paga
Roma,
21 maggio - Quasi un mese di stipendio in meno, per la precisione un
taglio di 1.350 euro, che coinvolge circa 17 mila dipendenti di quelle
province e città metropolitane che nel corso del 2015 si sono rese
'colpevoli' di aver sforato il patto di stabilità. È quanto risulta da
un'indagine condotta dalla Fp Cgil Nazionale, incrociando i dati sugli
enti che lo scorso anno hanno disatteso il patto di stabilità, con i
dati del Conto annuale dello Stato, registrando così i riflessi
possibili che si produrranno sulle buste paga dei dipendenti coinvolti.
Nel
2015, infatti, 47 province su un totale di 76 delle regioni a statuto
ordinario, insieme a ben 8 città metropolitane su 10, non hanno
rispettato il patto che vincola le casse di questi di enti. Le 47
province coinvolte sono andate oltre il patto per una cifra pari a 549
milioni di euro, mentre per le 8 città metropolitane 'fuori norma'
l'ammontare è di 367 milioni. Per un totale, sui 55 enti investiti, di
916 milioni di euro: cifra molto vicina al (primo) prelievo dalle casse
di questi enti, registrato sempre lo scorso anno, pari a 1 miliardo di
euro. “Prelievo - ricorda la Fp Cgil - previsto in vista della
cancellazione di questi enti, e delle funzioni da essi svolte, e che
adesso rischia di dover essere pagato interamente dai lavoratori”.
Sforato
il patto di stabilità, spiega la Fp Cgil, scatta un automatico
meccanismo di rientro che si riversa, per la gran parte, sui dipendenti
degli enti coinvolti. Si tratta di circa 10 mila lavoratori per quanto
riguarda le province e 7 mila per le città metropolitane. Un totale di
17 mila persone che registreranno, senza interventi, una decurtazione
del salario accessorio calcolata dalla Fp Cgil per una percentuale del
-4,6 che, tradotto, vuol dire circa 300 milioni di euro, quantificabile
(sempre su un salario medio) per una cifra pari a -1.344 per ogni
singolo lavoratore.
Il dato medio del -4,6% è frutto di
'sforamenti' per gli enti interessati diversi: i dipendenti della città
metropolitana di Roma rischiano, infatti, quest'anno una decurtazione
del salario medio pari -13,83%. A Venezia il taglio potrebbe essere del
-7,21%, a Bari del -5,21%, a Genova del -4,79%, a Napoli del -4,61% e a
Milano del -4,56%. Su questa linea, la quasi totalità degli enti
coinvolti registra una riduzione potenziale del salario accessorio tra
il 3 e il 5 per cento, per una media generale pari al -4,59%.
Per
la Funzione Pubblica Cgil, “l'iter confuso partito con la legge Delrio,
e che ha attraversato decine di atti normativi, continua a produrre
effetti estremamente negativi, ancora una volta sulla pelle dei
lavoratori, insieme al venir meno dei servizi ai cittadini. Con lo
sforamento del patto di stabilità, inevitabile con il prelievo forzoso
di un miliardo di euro dalle casse di questi enti, si arriva al
paradosso che a dover rimetterci siano i lavoratori”. Per questo la
categoria dei lavoratori dei servizi pubblici Cgil chiede che “vengano
introdotte al più presto, nel primo provvedimento utile, deroghe alla
violazione del patto di stabilità, che evitino questa ennesima beffa per
lavoratrici e lavoratori che da anni ormai vivono una situazione di
estremo disagio”.
A cura di: Valter Giordano,Roberto Bessone,Cristina Lavina,Claudio Bongiovanni,Marino Gandolfo, Ornella Siracusa, Alessandro Mantero, Franco Ferraro,Giampaolo Viale. Se desideri pubblicare un post invia un'e-mail a rsu@provincia.cuneo.it.Puoi inserire il commento ad un post.Verrà a breve pubblicato previa moderazione (controllo identità autore). Voi tutti siete i reali ed unici responsabili del contenuto dei post e dei commenti che inserirete nonché delle loro sorti.