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30 settembre 2015

CISL FP - RESOCONTO OSSERVATORIO REGIONALE PROVINCE


CISL FP

RESOCONTO OSSERVATORIO REGIONALE PROVINCE

In data 29 settembre presso la sede della Regione Piemonte si è svolto l’osservatorio sul DDl regionale sulle Province.

Presenti i Presidenti delle Province, il Vice Presidente Reschigna e le OO.SS.

Reschigna ha esordito dicendo che andando a roma la scorsa settimana ha espresso alcune questioni al sottosegretario Bressa tra le quali la richiesta che nella legge di stabilità non ci sia il taglio alle Province per il 2016 e che per l’anno 2017 vi sia ancora la possibilità per i dipendenti di andare in quescienza pre – Fornero. Sul primo punto ha dichiarato che il sottosegretario Bressa ha già avviato la discussione col MEF.

Ha poi informato che sulla questione della Polizia Provinciale, uno dei punti lasciati ancora in sospeso, è in attesa di una circolare esplicativa da parte del governo per dirimere una volta su tutte la questione.

Sui Centri per l’impiego ha assicurato che già nel 2015 vi sarà lo stanziamento di 150.000 euro in parte proveniente dallo stato ed in parte dal POR.

Ha poi toccato il tema dell’ambiente asserendo che tali funzioni sono una parte di competenza statale,in parte della ex Bassanini, ed una parte della Regione . Pertanto ha chiesto che via sia una compartecipazione sui costi e che la Regione se ne farà carico per un 40%.

Ha poi dichiarato che nei lavori della 1 Commissione in Consiglio Regionale sono stati votati gli emendamenti 1 e 2 del DDL.

Sempre nei lavori del Consiglio si è deciso il ritorno alla Regione di competenze un tempo delegate alle Province in materia di Agricoltura, attività estrattive, attività culturali e spettacolo, edilizia residenziale pubblica, energia, formazione professionale, politiche del lavoro e sociali, turismo e vincolo idrogeologico.

Dopo l’approvazione della legge si darà il via a specifici accordi per l’approvazione delle funzioni ed il trasferimento delle risorse umane, finanziarie, strumentali ed organizzative.

 

30 settembre 2015

Il segretario nazionale CISL

Daniela Volpato

26 settembre 2015

Contratti Pa: Camusso, Furlan, Barbagallo chiedono un incontro urgente a Renzi e Madia


Contratti Pa: Camusso, Furlan, Barbagallo chiedono un incontro urgente a Renzi e Madia

 

I Segretari Generali di Cgil, Cisl, Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan, Carmelo Barbagallo hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi ed alla Ministra per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia in cui sollecitano un incontro urgente sul rinnovo dei contratti pubblici. "Dopo la recente sentenza della Corte Costituzionale n. 178/2015 con la quale è stato dichiarato "incostituzionale" il "regime di sospensione della contrattazione collettiva" che dura dal 2011, e in vista della predisposizione della Legge di Stabilità 2016- si legge nella lettera- non è più differibile l'apertura formale di un confronto che preluda all'avvio della stagione contrattuale per il complesso dei lavoratori dipendenti dalle Pubbliche Amministrazioni. Il dispositivo della sentenza della Corte afferma con chiarezza che il protrarsi del blocco della contrattazione collettiva incide fortemente sulla qualità del lavoro alle dipendenze delle Pubbliche Amministrazioni negando il diritto a definire con il contratto "i diritti e gli obblighi direttamente pertinenti il rapporto di lavoro" nonché il trattamento economico gravemente colpito dalla crisi economica e dal mancato rinnovo dei contratti collettivi". "Non si può prescindere dalla contrattazione collettiva e da corrette relazioni sindacali per una positiva ed efficace riforma della Pubblica Amministrazione e per la partecipazione dei lavoratori coinvolti- hanno aggiunto Camusso, Furlan, Barbagallo. "Quindi il rinnovo dei contratti è necessario, non solo per adempiere ad un obbligo istituzionale, ripristinando una prassi di confronto democratico, ma per sanare una ferita grave protrattasi negli anni e che vede i lavoratori pubblici e le amministrazioni pubbliche gravemente indeboliti nei loro diritti e nel loro reddito e nella loro funzionalità ed efficacia nella gestione dei servizi pubblici alle persone e al Paese".

 

 

 

                                                                                                       Dr. Matteo Renzi

                                                                                                                Presidente

                                                                                                               del Consiglio dei Ministri

                                                                                                                                                            

                                                                                                                   On. Marianna Madia

                                                                                                                   Ministra

                                                                                                                   per la Semplificazione e la                                                                                                                Pubblica Amministrazione

                                                                                                                    Via mail

Roma, 24 settembre 2015

Oggetto: Richiesta incontro

Egregio Presidente, Gentile Ministra,

dopo la recente sentenza della Corte Costituzionale n. 178/2015 con la quale è stato dichiarato “incostituzionale” il “regime di sospensione della contrattazione collettiva” che dura dal 2011, e in vista della predisposizione della Legge di Stabilità 2016, non è più differibile l'apertura formale di un confronto che preluda all'avvio della stagione contrattuale per il complesso dei lavoratori dipendenti dalle Pubbliche Amministrazioni.

Il dispositivo della sentenza della Corte afferma con chiarezza che il protrarsi del blocco della contrattazione collettiva incide fortemente sulla qualità del lavoro alle dipendenze delle Pubbliche Amministrazioni negando il diritto a definire con il contratto “i diritti e gli obblighi direttamente pertinenti il rapporto di lavoro” nonché il trattamento economico gravemente colpito dalla crisi economica e dal mancato rinnovo dei contratti collettivi.

Non si può prescindere dalla contrattazione collettiva e da corrette relazioni sindacali per una positiva ed efficace riforma della Pubblica Amministrazione e per la partecipazione dei lavoratori coinvolti.

Quindi il rinnovo dei contratti è necessario, non solo per adempiere ad un obbligo istituzionale, ripristinando una prassi di confronto democratico, ma per sanare una ferita grave protrattasi negli anni e che vede i lavoratori pubblici e le amministrazioni pubbliche gravemente indeboliti nei loro diritti e nel loro reddito e nella loro funzionalità ed efficacia nella gestione dei servizi pubblici alle persone e al Paese.

Per questo le scriventi Segreterie Generali di CGIL CISL UIL chiedono un urgente incontro.

CGIL CISL UIL

25 settembre 2015

Ministero della Giustizia. Bando mobilità esterna per 1031 posti


CISL FP

Oggetto: Ministero della Giustizia. Bando mobilità esterna per 1031 posti

 

Il Ministero della Giustizia, a seguito delle osservazioni formulate dai lavoratori interessati, sta completando la revisione delle graduatorie provvisorie relative alla mobilità da altre pubbliche amministrazioni per 1031 posti, pubblicate lo scorso 19 agosto, e che le graduatorie definitive saranno pubblicate a breve, verosimilmente entro l’inizio del prossimo mese di ottobre.

Vi terremo informati.

Cordiali saluti.

 

       I Segretari Nazionali

Daniela Volpato – Paolo Bonomo

disposizioni in materia di polizia provinciale


DISPOSIZIONI IN MATERIA DI POLIZIA PROVINCIALE

Decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, recante

disposizioni urgenti in materia di enti territoriali

Roma, 18 settembre 2015

 

Il decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, come modificato nella legge di conversione dal Parlamento e

pubblicato nel Supplemento Ordinario n. 49 della Gazzetta Ufficiale n. 188 del 14 agosto 2015

contiene novità importanti in materia di polizia provinciale nelle disposizioni dell’articolo 56.

Art. 5

Misure in materia di polizia provinciale

1. In relazione al riordino delle funzioni di cui all'articolo 1, comma 85, della legge 7 aprile 2014, n. 56, e fermo

restando quanto previsto dal comma 89 del medesimo articolo relativamente al riordino delle funzioni da parte

delle regioni, per quanto di propria competenza, nonché quanto previsto dai commi 2 e 3 del presente articolo,

il personale appartenente ai Corpi ed ai servizi di polizia provinciale di cui all'articolo 12 della legge 7 marzo

1986, n. 65, transita nei ruoli degli enti locali per lo svolgimento delle funzioni di polizia municipale, secondo le

modalità e procedure definite con il decreto di cui all'articolo 1, comma 423, della legge 23 dicembre 2014, n.

190.

2. Gli enti di area vasta e le città metropolitane individuano il personale di polizia provinciale necessario per

l'esercizio delle loro funzioni fondamentali, fermo restando quanto previsto dall'articolo 1, comma 421, della

legge 23 dicembre 2014, n. 190.

3. Le leggi regionali riallocano le funzioni di polizia amministrativa locale e il relativo personale nell'ambito dei

processi di riordino delle funzioni provinciali in attuazione di quanto previsto dall'articolo 1, comma 89, della

legge 7 aprile 2014, n. 56.

4. Il personale non individuato o non riallocato, entro il 31 ottobre 2015, ai sensi dei commi 2 e 3, è trasferito

ai comuni, singoli o associati, con le modalità di cui al comma 1. Nelle more dell'emanazione del decreto di cui

al medesimo comma 1, gli enti di area vasta e le città metropolitane concordano con i comuni del territorio,

singoli o associati, le modalità di avvalimento immediato del personale da trasferire secondo quanto previsto

dall'articolo 1, comma 427, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.

5. Il transito del personale di cui al comma 1 nei ruoli degli enti locali avviene nei limiti della relativa dotazione

organica e della programmazione triennale dei fabbisogni di personale, in deroga alle vigenti disposizioni in

materia di limitazioni alle spese ed alle assunzioni di personale, garantendo comunque il rispetto del patto di

stabilità interno nell'esercizio di riferimento e la sostenibilità di bilancio. Si applica quanto previsto dall'articolo

4, comma 1.

6. Fino al completo assorbimento del personale di cui al presente articolo, è fatto divieto agli enti locali, a

pena di nullità delle relative assunzioni, di reclutare personale con qualsivoglia tipologia contrattuale per lo

svolgimento di funzioni di polizia locale. Sono fatte salve le assunzioni di personale a tempo determinato

effettuate dopo la data di entrata in vigore del presente decreto, anche se anteriormente alla data di entrata in

vigore della relativa legge di conversione, per lo svolgimento di funzioni di polizia locale, esclusivamente per

esigenze di carattere strettamente stagionale e comunque per periodi non superiori a cinque mesi nell'anno

solare, non prorogabili.

7. Le disposizioni del presente articolo sono applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province

autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con le disposizioni dei rispettivi statuti e con le relative

norme di attuazione, anche con riferimento alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3.

3

1. Le disposizioni del DL 78 in materia di polizia provinciale

La nuova disposizione, entrata in vigore il 15 agosto 2015, sostituisce integralmente l’originario

articolo del decreto legge sulla polizia provinciale, definendo un percorso di ricollocazione più

articolato e coordinato con il processo di riordino di funzioni avviato per l’attuazione della legge 56/14.

Come è noto, a seguito dell’Accordo sancito in Conferenza unificata l’11 settembre 2014, le funzioni di

polizia provinciale sono state sottratte dal processo di riordino delle funzioni provinciali che è stato

affidato alla legislazione regionale.

A seguito dell’approvazione della legge di stabilità 2015, in base alla Circolare n. 1/2015 dei Ministri

Madia e Lanzetta sul personale delle province e delle città metropolitane, le Province hanno collocato

il personale di polizia provinciale e le relative spese fuori dalle dotazioni organiche delle Province, in

attesa di un provvedimento di riordino operato dal legislatore statale.

Visto che il Parlamento ha approvato una riforma della pubblica amministrazione che prevede il

superamento del Corpo forestale, con il decreto-legge 78 il Governo ha previsto il trasferimento del

personale di polizia provinciale ai Comuni nei limiti delle dotazioni organiche anche in deroga alle

capacità assunzionali, stabilendo altresì il blocco delle assunzioni del personale di polizia municipale,

anche relativamente ai vigili stagionali.

Con le modifiche introdotte in Parlamento all’articolo 5 nella conversione del decreto si definisce un

percorso più articolato di riallocazione del personale di polizia provinciale che tiene conto sia

dell’esigenza di mantenere in capo alle Province servizi di polizia provinciale connessi allo

svolgimento delle loro funzioni fondamentali in materia di ambiente e circolazione stradale, sia del

riordino delle funzioni di polizia amministrativa locale (come per esempio in materia di caccia e pesca)

ad opera del legislatore regionale, sia delle esigenze di personale di polizia locale dei Comuni del

territorio.

2. L’individuazione del personale di polizia provinciale necessario per le Province

La disposizione prevede che le Province (e le Città metropolitane) individuino il personale di polizia

provinciale necessario per l’esercizio delle funzioni fondamentali, nei limiti della riduzione delle spese

della dotazione organica prevista dal comma 421 della legge di stabilità 2015. La norma riguarda

esclusivamente il personale di polizia provinciale, ovvero gli ufficiali e gli agenti di polizia locale che

abbiano le specifiche qualifiche, e non il personale tecnico che svolge eventuali funzioni di vigilanza

(ad esempio nel settore viabilità) o del personale amministrativo che lavora nei corpi o servizi di

polizia provinciale.

In base alla legge di stabilità 2015 le Province devono infatti ridurre le spese di personale almeno del

50%, rideterminare di conseguenza le loro dotazioni organiche ed, infine, definire gli elenchi del

personale soprannumerario che dovrà essere inserito nel portale della mobilità secondo i criteri

indicati dal DM del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione del 14 settembre

2015.

4

La rideterminazione di una dotazione organica è strumentale al perseguimento di un equilibrio

finanziario sostenibile dei nuovi enti di area vasta. L’inserimento nelle dotazioni organiche delle

Province del personale di polizia provinciale dovrà prendere in considerazione in modo approfondito

le entrate e le spese connesse all’esercizio di queste funzioni.

Con la decisione di mantenere nelle dotazioni organiche il personale di polizia provinciale le Province

dovranno tenere conto delle scelte già operate in materia di autorizzazione alle procedure di mobilità

volontaria e di individuazione del personale soprannumerario destinato alla mobilità verso altre

amministrazioni e, di conseguenza, rivedere eventualmente la rideterminazione delle dotazioni

organiche per rispettare i limiti previsti dalla legge di stabilità.

La scelta del mantenimento dei servizi di polizia provinciale è di tipo discrezionale. Le Province

dovranno decidere come riconfigurare i servizi di polizia provinciale relativamente alle funzioni

fondamentali che restano in capo agli enti, in primo luogo quelle in campo ambientale e di regolazione

della circolazione stradale, anche a seguito dei piani di riassetto e della riduzione della dotazioni

organiche.

Ogni Provincia potrà pertanto riorganizzare i servizi di polizia provinciale in modo congruo rispetto alle

funzioni che il nuovo ente di area vasta continua a svolgere. Rientra nell’autonomia dell’ente la scelta

di quanto e quale personale di polizia locale resterà a svolgere i compiti di polizia provinciale. Allo

stesso modo, rientra nell’autonomia della Provincia la scelta su come riorganizzare i corpi e i servizi di

polizia provinciale secondo criteri di economicità che garantiscano il migliore svolgimento delle

funzioni fondamentali.

Il personale di polizia provinciale individuato dalle Province come necessario allo svolgimento delle

funzioni fondamentali, ai sensi dell’articolo 5, comma 2, del decreto legge 78/15, continuerà pertanto a

svolgere attività di polizia locale secondo la disciplina specifica (in materia di indennità, abbigliamento,

armamento, ecc.) che deriva dalla legislazione statale e regionale di settore e dai regolamenti

autonomi degli enti di area vasta.

3. Il trasferimento del personale di polizia provinciale alle Regioni

E’ evidente che la scelta di mantenere servizi di polizia provinciale nelle Province deve tener conto dei

provvedimenti di riordino delle funzioni provinciali definiti dalla legislazione regionale ove questi

stabiliscano il trasferimento di funzioni (come quelle in materia ambientale o di caccia e pesca) che

comprendono compiti di polizia amministrativa locale.

In questo caso il personale che può essere trasferito alla Regione è innanzitutto quello di tipo

amministrativo che non ha la qualifica agente o ufficiale di polizia locale, ovvero quello che,

nell’ambito delle procedure di mobilità, farà la scelta di perdere le qualifiche di agente o funzionario di

polizia locale per essere trasferito nei ruoli della Regione.

Le Regioni che hanno deciso di riportare a livello regionale le funzioni amministrative su caccia, pesca

nelle acque interne, ambiente e aree protette, funghi, tartufi, difesa del suolo, dovranno riportare nei

ruoli regionali il personale di tipo amministrativo che esercita queste funzioni, ma dovranno comunque

delegare agli enti di area vasta, Province e Città metropolitane, le funzioni di vigilanza e di polizia

5

(come quelle previste dall’articolo 27 della legge 157/92 in campo venatorio) che devono

necessariamente essere svolte da agenti o ufficiali di polizia locale e che in mancanza di una

previsione di risorse specifiche da parte della Regione non potrebbero essere svolte.

4. Il trasferimento del personale di polizia provinciale ai Comuni

Il personale di polizia provinciale che non resta nelle dotazioni organiche dei nuovi enti di area vasta e

che non può essere trasferito nei ruolo regionali, dovrà essere inserito nell’elenco dei soprannumerari

per essere trasferito ai Comuni e potrà esprimere la preferenza rispetto alla collocazione nei ruoli dei

diversi Comuni del territorio.

L’articolo 5, infatti, prevede il passaggio del personale di polizia provinciale non più necessario allo

svolgimento delle funzioni fondamentali dell’ente di area vasta ai Comuni, singoli o associati, in

deroga alle limitazioni di spesa e alle assunzioni di personale, ma nei limiti della loro dotazione

organica e della programmazione triennale dei fabbisogni di personale e garantendo comunque il

rispetto del patto di stabilità interno.

Nelle more dell'emanazione del decreto sulla mobilità attuativo del comma 423 della legge di stabilità

2015 gli enti di area vasta e le città metropolitane concordano con i Comuni del territorio, singoli o

associati, le modalità di avvalimento immediato del personale da trasferire.

Ai fini dell’individuazione del personale di polizia provinciale che resta nelle dotazioni organiche delle

Province e di quello che sarà trasferito ai Comuni del territorio che ne fanno richiesta è essenziale fina

da subito attivare una ricognizione delle esigenze in ogni territorio, anche attraverso le assemblee dei

Sindaci.

Resta fermo che fino a totale assorbimento del personale di polizia provinciale, ai Comuni non è

consentita l’assunzione di qualsivoglia personale per funzioni di polizia locale, ma la legge ora

prevede espressamente l’eccezione per le esigenze di carattere stagionale.

24 settembre 2015

Lettera unitaria per richiesta incontro urgente su DDL 145 (riordino funzioni province)

Prot. n. U/10/15
Torino, 24 settembre 2015
Alla c.a. Dott. Aldo Reschigna
Vice Presidente Regione Piemonte
Oggetto: richiesta incontro urgente DDL 145
Gentile Vice Presidente,
in merito all’argomento in oggetto, a seguito dell’incontro dell’Osservatorio regionale dello scorso 18 settembre e degli impegni già assunti siamo a chiederLe un incontro urgente.
La nostra richiesta è motivata dalla necessità di valutare gli emendamenti da Lei proposti per la definizione dell’iter legislativo e, considerate le scadenze previste dalla Legge 125/2015 di conversione del D.L. 78/2015, per valutare tutti gli aspetti necessari alla collocazione del personale a seguito del trasferimento delle funzioni.
Certi di un suo positivo riscontro porgiamo cordiali saluti.
FP CGIL
Gianni Esposito
CISL FP
Daniela Volpato
UIL FPL
Roberto Scassa

21 settembre 2015

Documenti consegnati dall'Osservatorio Venerdì 18/09/2015

I documenti consegnati nel corso dell'osservatorio di venerdi' 18/09/2015 e presentati dalla Giunta Regionale il giorno 21/07/2015


a) Emendamenti al DDLR:



 b) Elenco funzioni, (allegato tecnico):



19 settembre 2015

Nuove e ulterori Integrazioni agli emendamenti

Come RSU CGIL, abbiamo ancora inviato in data 17/09/2015 altre proposte di emendamento sul tema del trasferimento del personale nei ruoli regionali, tale documento è stato condiviso anche dalla RSU CGIL della Città Metropolitana.

Questo il testo della mail:  

Egregio Presidente / Egregi Consiglieri,

Facendo seguito alle ns mails del 10/09/2015 e 11/09/2015, trasmettiano in allegato alcune proposte di emendamenti inerenti nello specifico la disciplina dell'art.11 del D.DL.R. n. 145 (Trasferimento del personale nei ruoli regionali), più precisamente i comma 3 e 4.
Con l'occasioe si ringrazia per la cortese attenzione che vorrete prestare.


    Distinti Saluti

   RSU CGIL PROVINCIA DI CUNEO

A questo inditrizzo, oppure di seguito gli ulteriori emendamenti proposti:



Cuneo, 17 settembre 2015
Oggetto: Disegno di legge regionale n. 145 presentato il 21 luglio 2015.

Gentilissimo Presidente e Gentilissimi Consiglieri,

nel ringraziare per la gentile collaborazione ed attenzione prestataci in merito al percorso di
attuazione della Legge 56/2014, riteniamo ancora particolarmente utile porre ora l’attenzione su
alcuni aspetti della Legge Regionale in discussione che concernono nello specifico l’imminente
prossima gestione delle risorse umane che transiteranno dalle Province Piemontesi e dalla Città
Metropolitana di Torino nei ruoli regionali.
Due le problematiche su cui poniamo l’accento e riguardano entrambe il dettato dell’art. 11 del
predetto D.L. n. 145 (Trasferimento del personale nei ruoli regionali) del D.L. n. 145, più
precisamente i comma 3 e 4.
Nello specifico, per quanto riguarda il dettato del comma 3: “Il personale delle province e della
Città metropolitana con contratto di lavoro a tempo indeterminato, a tempo determinato in corso e
fino alla scadenza dello stesso, trasferito alla Regione, è inserito in un ruolo separato, di durata
transitoria, della dotazione organica della Giunta regionale”, pare fin d’ora necessario
evidenziare come occorra inserire dei limiti temporali (si propone una durata massima di 12 mesi)
alla predetta durata transitoria del ruolo separato, favorendo così la piena ed ineluttabile
integrazione operativa tra il predetto personale e quello in servizio presso la Regione al fine di
evitare il sorgere di possibili futuri conflitti difficilmente governabili, evitando così, e fin dalle
origini della Legge, differenziazioni di qualsiasi natura tra tutti quanti i futuri dipendenti regionali.
Per ciò che concerne il dettato del Comma 4: “Il personale delle province e della Città
metropolitana che svolge le funzioni, confermate, attribuite o delegate a questi enti ai sensi degli
articoli 2 e 5, 8 e 9, commi 3 e 4, con effetto dalla data stabilita ai sensi dell’articolo 10 viene
distaccato per lo svolgimento delle stesse, previa sottoscrizione di apposite convenzioni per la
gestione del rapporto di lavoro”, occorre soffermarci sulle modalità di applicazione del distacco,
istituto che risulta attualmente parzialmente normato dall’art. 30 del D.Lgs. 10 settembre 2003, n.
276 che si concretizza quando un datore di lavoro, per soddisfare un proprio interesse, pone
temporaneamente uno o più lavoratori a disposizione di altro soggetto per l'esecuzione di una
determinata attività lavorativa rimanendone responsabile del trattamento economico (sia
fondamentale che accessorio) e normativo del predetto.
L’istituto del distacco è stato però creato dalla prassi amministrativa per indicare la posizione del
pubblico dipendente assegnato dall'Amministrazione di appartenenza a prestare servizio presso un
ufficio diverso da quello nel quale è formalmente incardinato, per sopperire ad esigenze
temporanee del proprio datore di lavoro, ovvero, in attesa che sia formalizzato il definitivo
provvedimento di trasferimento al secondo. Spesso il predetto istituto è stato peraltro utilizzato
semplicemente come sinonimo del comando. Tale definizione è stata peraltro recepita dalla
contrattazione collettiva del comparto Regioni ed Enti Locali - art. 19, dell' Acc. 22 gennaio 2004,
che al secondo comma individua il personale distaccato in quello che è temporaneamente trasferito
"nell'interesse dell'ente titolare del rapporto di lavoro".
Con l’inserimento e previsione di utilizzo, nell’ambito della futura Legge Regionale del predetto
istituto del distacco, di fatto si potrebbe fin d’ora configurare l’impiego pluriennale, e non
temporaneo o di breve temine, di un neo dipendente Regionale presso gli Enti di Area Vasta o
presso la Città Metropolitana di Torino. L’inserimento nell’ambito della Legge in discussione di
alcune tutele a favore del lavoratore, quale ad esempio la previsione, al termine di un biennio
(vedasi, per certi versi l’analogia di durata prevista dall’istituto del comando), di uno specifico
accordo tra le parti (datoriale e risorse umane interessate) per il rinnovo del distacco parrebbe
quanto mai necessario ed appropriato.

Si coglie l’occasione sia per ringraziare per la cortese collaborazione ed attenzione che le SS.LL.
presteranno alla presente nota, che per inviare i più cordiali saluti.

RSU CGIL PROVINCIA DI CUNEO

CLAUDIO BONGIOVANNI

VALTER GIORDANO

MARINO GANDOLFO

FRANCO FERRARO

ALESANDRO MANTERO

ORNELLA SIRACUSA

Iter del DDLR n. 145 riordino delle funzioni conferite alle province



La RSU CGIL della Città Metropolitana di Torino ci invia la documentazione relativa all'iter sul disegno di legge  n. 145 di riordino delle funzioni conferite alle province e noi per la trasparenza di quanto sta accadendo pubblichiamo:

POTETE CONSULTARE L'ITER DELLA LEGGE AL SEGUENTE INDIRIZZO:
http://arianna.consiglioregionale.piemonte.it/iterlegfo/dossierPagina.do?numProgettoDiLegge=0145&dataProgetto=21072015

ELENCO DEI SOGGETTI DA CONSULTARE IN MERITO AL DISEGNO DI LEGGE DI RIORDINO AL SEGUENTE INDIRIZZO:

Elenco dei soggetti da consultare


ELENCO DI CHI HA PARTECIPATO ALLE CONSULTAZIONI DEL 07/09/2015 AL SEGUENTE INDIRIZZO:

Elenco dei partecipanti