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09 novembre 2014

1 - Nuovo Segretario Generale? Facciamo un po’ di chiarezza.

A cura di Claudio Bongiovanni, Valter Giordano, Franco Ferraro, Maurizio Barra e Mauro Giordana.

Nuovo Segretario Generale? Facciamo un po’ di chiarezza.


Da alcuni giorni si rincorrono “rumors” in merito alla nomina del nuovo Segretario Generale.
Per trattare della questione occorre iniziare a prendere in esame il disegno di legge delega in discussione al Senato, che, come è noto,  prevede una nuova riorganizzazione della pubblica amministrazione che interessa anche la dirigenza pubblica.
In tema di Segretari Generali, è prevista l’abolizione di tale figura. Gli attuali titolari dovrebbero pertanto confluire nel ruolo unico dei dirigenti locali, in un’apposita sezione “a esaurimento”. Se la normativa verrà approvata, non saranno più individuati funzionari o dirigenti con la qualifica e lo status di segretari.
La funzione, tuttavia, resterà in vita e sarà attribuibile a qualsiasi dirigente del ruolo unico ed anche a dirigenti esterni (La L. n. 114/2014 ha ampliato fino al 30% della dotazione organica dirigenziale la possibilità per gli enti locali di attribuire incarichi a contratto).
Nel frattempo…..si sa che l’Agenzia Nazionale dei Segretari Comunali ha già regolarmente pubblicato l’avviso di copertura del posto di Segretario Generale del nostro Ente in data 28/10/2014 (prendine visione cliccando qui).
I Segretari Comunali e provinciali interessati, avrebbero già dovuto far pervenire al Presidente della Provincia (scadenza 7 novembre)  la propria manifestazione di interesse alla nomina corredata da eventuale “curriculum”.
Al momento in cui scriviamo parrebbero oltre la decina le domande pervenute.
“Rumors” ricorrenti segnalano l’attivismo” di una sigla sindacale che “tiferebbe” per la nomina, per la predetta figura, del proprio coordinatore provinciale dei Segretari Generali.
Stante l’estrema necessità di garantire un “clima aziendale normalizzato”, non possiamo che auspicare che il candidato prescelto possegga anche “la capacità di relazionarsi”, facilmente verificabile dalla raccolta di informazioni riguardo al clima aziendale instaurato nell’Ente di ultima provenienza. 

Le risorse aggiuntive del Fondo Incentivante la Produttività. Nessun….segreto.


A cura di Claudio Bongiovanni, Valter Giordano, Franco Ferraro, Maurizio Barra e Mauro Giordana.

Le risorse aggiuntive del Fondo Incentivante la Produttività. Nessun….segreto.
Molti colleghi ci hanno recentemente posto alcuni quesiti in merito all’ammontare del nostro fondo incentivante la produttività, specie per la quantificazione di quanto risulta “aggiunto” alla parte che contrattualmente già ci spetta e che non può essere ridotta.
Come indispensabile premessa segnaliamo come:
- non via sia alcuna norma che subordini la costituzione del fondo all’approvazione del bilancio di previsione,
- debba essere costituito dal dirigente del settore personale con apposita determina dirigenziale che impegna le risorse finanziarie, da redigere prima della stipula del contratto integrativo aziendale (fonte ARAN),
- l’intervento della Giunta (o degli organi di governo d’ora in poi) è richiesto unicamente per le decisioni che attengono all’implementazione delle risorse variabili.
Più volte abbiamo riferito come negli anni passati, la RSU sia riuscita a conquistare in contrattazione decentrata un milione di euro quale somma che ha implementato il Fondo Incentivante la produttività (in aggiunta a quanto il contratto prevedeva di diritto).

Ora non vi sono “più segreti” in quanto le somme aggiuntive di parte variabile, ammontanti, quest’anno, a complessivi € 389.409,56, debbono essere espressamente decise di anno in anno dal “Governo” dell’Ente con veri e propri atti e, riguardano, nel nostro caso:
-          L’applicazione di cui all’art. 15 comma 2 del CCNL del 1/4/99 (aumento fino al 1,2% del monte salari 1997), quota che è sempre stata “aggiunta” nel corso degli anni, pari, nell’anno in corso, ad € 158.165,48 (collegata ai progetti ed all’approvazione del Piano Economico di gestione 2014 - PEG).

-          L’applicazione del “Piano dei risparmi” dell’Ente, che è adottato ai sensi del D.L. n. 98 del 2011. 
        Nel nostro Ente è stato regolarmente approvato entro il 31 marzo (così prevede la Legge), con D.G.P. n. 43/2014, mediante l’applicazione di un’aliquota pari al 50% del totale dei risparmi complessivamente generati dal predetto Piano di Razionalizzazione (l’aliquota applciata può variare da un minimo del 10, ad un massimo del 50%).
   
     Il fondo incentivante 2014 è stato conseguentemente implementato di 231.244,08. Tale somma, finanzia, per c.a. € 400 pro capite il compenso relativo alla produttività generale 2014 - c.a. € 1.400 cadauno. Ai sensi di legge, il predetto ammontare può essere variato in corso d’anno. Pare inoltre chiaro come il predetto finanziamento esuli da qualsiasi ipotesi di contrattazione sindacale (nel recente passato solamente con una “boutade” qualcuno se ne è accollato perfino  i meriti della concessione!). Clicca qui per l’esame analitico delle voci che lo compongono e degli obiettivi approvati con il PEG. Ricordiamo infine come solo la certificazione a consuntivo dei risultati raggiunti con tale Piano, consente l’applicazione della predetta quota al fondo incentivante.


Equilibrismi …per garantire gli equilibri di bilancio dell’esercizio finanziario 2014.


A cura di Claudio Bongiovanni, Valter Giordano, Franco Ferraro, Maurizio Barra e Mauro Giordana.

In un recente post (asfissia finanziaria per le province) abbiamo illustrato la preoccupante situazione finanziaria delle Province alla luce del D.L. di stabilità 2015 specie per gli anni 2016 e 2017.

“Taglia di qui, risparmia di là”, da tempo il mantenimento degli equilibri del bilancio 2014 costituisce una problematica che di fatto potrà essere garantito e risolta definitivamente solo dopo l’assestamento di bilancio (fine novembre).  

Si attendevano, in questi giorni, notizie anche in merito ai tagli dei trasferimenti applicati dal Governo per l’esercizio finanziario in corso.

Per molte Province gli effetti dei tagli decisi con il decreto recentemente diffuso dal Ministero dell’Interno collegato con le assegnazioni definitive del “Fondo Sperimentale di Riequilibrio” 2014, sono tragici. Lo Stato chiede per lo più “restituzioni” di fondi. La Provincia di Torino, ad esempio, dovrà 32 milioni di euro, la Provincia di Milano ben 85.

Il nostro Ente, registra una situazione quanto meno positiva di € 2.027.806,82. Puoi prendere visione della situazione generale che interessa le Province cliccando qui.


Riforma delle Province. Link ad alcuni articoli di stampa recentemente pubblicati.

A cura di Claudio Bongiovanni, Valter Giordano, Franco Ferraro, Maurizio Barra e Mauro Giordana.

Segnaliamo, per dover di cronaca, alcuni interessanti articoli recentemente pubblicati “sul web”:





02 novembre 2014

ASFISSIA ...FINANZIARIA PER LE PROVINCE !


A cura di Claudio Bongiovanni, Valter Giordano, Franco Ferraro, Maurizio Barra e Mauro Giordana.


Tagli di risorse finanziarie….situazione insostenibile.

Non bastava la Legge Delrio e neppure la riforma costituzionale in atto che mira a sopprimere le Province, ci voleva un’ulteriore “spallata” alle Province. Che è puntualmente giunta con il recente D.L. di stabilità per il 2015 approvato dal Governo.
Non si tratta più di una semplice questione inerente il trasferimento di compiti e funzioni finora gestiti dalle Province a comuni, regioni, o alla stessa amministrazione statale, ma, più semplicemente, di soffocare le Province quando “sono ancora in vita” e nello svolgimento delle loro funzioni.

Nella legge di stabilità per il 2015, sono infatti previsti tagli dei trasferimenti alle province per un miliardo di euro nel 2015, che diventeranno due miliardi nel 2016 e tre nel 2017.

Per capire la gravità della situazione, è sufficiente analizzare alcuni dati finanziari.
L’ammontare totale della spesa delle Province nell’anno finanziario 2013 è risultata di poco più di 10 miliardi di euro, di cui 7,6 miliardi relativi alla spesa corrente e 2,7 miliardi alla quota parte in conto capitale.

Alle Province viene così richiesto dallo Stato di tagliare le loro spese di quasi il 30% in tre anni!e, a tutto ciò si associa il finora registrato taglio dei trasferimenti regionali.

Pare quindi chiaro come le Province siano, fin da ora, a forte rischio di dissesto finanziario, come non sarebbe neppure sufficiente licenziare tutti quanti i 60.000 dipendenti delle Province per farvi fronte !

Ricordiamo infine, come nel nostro Ente, relativamente all’esercizio finanziario in corso, ”non sia ancora stata sciolta la prognosi finanziaria riservata” per il mantenimento degli equilibri di bilancio.


SELEZIONE COMANDO PRESSO LE DOGANE: RICHIESTA DI ACCESSO AGLI ATTI PRESENTATA DALLE SEGRETERIE CGIL E CISL

Ricorderete senz’altro come la Segreteria CGIL con ennesima lettera inviata all’ex Presidente richiedeva “trasparenza” e notizie in merito alle voci ricorrenti che davano “come prossimo” un accordo tra la Provincia e l’Agenzia delle Dogane disciplinante il comando di 15 lavoratori provinciali presso la predetta Agenzia (notizia poi puntualmente riconfermata !).
In data 8 settembre, le Segreterie sindacali CGIL e CISL, anche su sollecitazione di molti partecipanti, al fine di garantire la massima trasparenza dell’intera operazione, hanno così deciso di inviare sia alla Provincia di Cuneo che all’Agenzia delle Dogane una lettera di richiesta di accesso agli atti prendere visione cliccando qui.
Al momento in cui scriviamo, nonostante siano decorsi già oltre 50 giorni dall’invio, ancora non è giunta risposta.

REGIONE LIGHT: 250 DIPENDENTI IN MENO (articolo di stampa)


A cura di Claudio Bongiovanni, Valter Giordano, Franco Ferraro, Maurizio Barra e Mauro Giordana.





Pubblicato Lunedì 27 Ottobre 2014, ore 16,32 su “lospiffero.it”

Il vicepresidente Reschigna mette a dieta piazza Castello. Si parte dal personale, con una riduzione del 10 per cento. Entro due anni risparmi per 15,4 milioni. Ma la giunta assicura: "Non ci saranno licenziamenti", solo blocco del turn over e incentivi alla pensione
La Regione taglia 250 dipendenti in due anni. È quanto previsto dal piano di riequilibrio finanziario illustrato stamani in giunta dal vicepresidente Aldo Reschigna, che prevede la riduzione del costo del personale del 10 per cento di qui al 31 dicembre 2016. Il risparmio previsto è di 15,4 milioni all’anno a partire dal 2017, sugli attuali 152,4 milioni attuali. Così, mentre la politica è nella bufera tra Rimborsopoli e firme false, col rischio concreto che anche la giunta di centrosinistra finisca gambe all’aria, Sergio Chiamparino e la sua squadra continuano a lavorare per rimettere in sesto i disastrati conti di un ente sull’orlo del baratro.
Come ha spiegato Reschigna “l’operazione sarà ottenuta senza licenziamenti”, ma semplicemente con il blocco del turn over: quindi senza rimpiazzare chi va in pensione, cercando di tappare i buchi attraverso la riorganizzazione interna dei settori. Gli stessi settori che, come già annunciato dal numero due di piazza Castello, sono destinati a passare dagli attuali 131 a un numero che sarà “sensibilmente” inferiore a cento, con relativa sforbiciata anche alle posizioni apicali della burocrazia regionale. Nello specifico, la riduzione del personale sarà perfezionata attraverso due operazioni distinte: non sarà sostituito chi andrà in pensione (circa 90 dipendenti) e si ricorrerà ad una dichiarazione di eccedenza, da discutere con i sindacati, che consentirà a circa 160 persone di accedere alla pensione secondo i meccanismi in vigore prima della “riforma Fornero”.
Attualmente il costo del personale della Regione Piemonte è superiore alla media delle altre regioni e copre circa il 2 per cento della spesa corrente complessiva, contro una media che viaggia tra l’1,2 e l’1,7 per cento della maggioranza delle altre regioni. Reschigna ha ribadito, inoltre, quanto già comunicato di fronte al Consiglio regionale, ovvero che dal prossimo anno la Regione non integrerà neanche di un euro i fondi nazionali per la sanità e stesso discorso varrà per il trasporto pubblico locale, anche se a partire dal 2017. Inoltre è stato annunciato un taglio del 10 per cento sui costi di comunicazione di presidente e assessori, dove al momento il 50 per cento dei dipendenti è esterno, quindi non dipendente regionale.