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24 febbraio 2011

lettera di un collega

Riceviamo e pubblichiamo:

Non conosco personalmente il consigliere Piermario Giordano della Lega Nord , né conosco il lavoro che fa , sicuramente mi pare di capire, dalle affermazioni riportate dalla RSU, che conosca molto bene la situazione del personale della Provincia, sicuramente disporrà di una buona rete di informatori che anziché consigliarlo di favorire tra i dipendenti un clima di delazione di ben triste memoria e ancora oggi in auge nei migliori regimi, avrebbero già dovuto loro stessi provvedere alla denuncia, con la benedizione del’Amministrazione, o provvedere il consigliere stesso, così attento ai possibili danni creati da questi fantomatici fannulloni alle casse dall’Amministrazione, in quanto è preciso dover di ogni cittadino denunciare fatti o comportamenti illeciti.

Ed è proprio questo comportamento di buon cittadino che dovrebbe ispirare il nostro consigliere appartenente ad una coalizione maggioritaria, non solo provinciale ma regionale e statale, a non fermarsi solo a stigmatizzare i fannulloni dipendenti pubblici, ma tutti coloro che procurano danni ben maggiori alle finanze italiane (vedi i recenti resoconti della Guardia di Finanza anche solo quelli relativi alla Provincia di Cuneo) e chissà che non trovi anche tra i politici (di qualsiasi colore) qualche fannullone che vive con i soldi dei contribuenti.

Come vecchio dipendente provinciale, mi addolora inoltre vedere che in queste affermazioni non si parla minimamente di coinvolgere i dirigenti, veri responsabili e conoscitori dei dipendenti, ma favorire un clima di anarchia delatoria.

Lo inviterei, tramite codesta RSU a non fermarsi ad una visione superficiale e ormai stereotipata dell’impiegato pubblico ma approfondire meglio le ragioni del come e perché alcuni atteggiamenti dei dipendenti possano sembrare non conformi alle regole.

Non mi dispiacerebbe conoscere il consigliere, magari al bar (naturalmente dopo l’orario d’ufficio), perché essendo ottimista di natura, ritengo che certe affermazioni non siano poi così categoriche e trancianti così come riportate, avulse da tutto il contesto della riunione.


Rosso Mauro, nonostante tutto, dipendente provinciale felice.

Lettera alla Presidente

Gent.le Presidente,
le Sue dichiarazioni apparse sugli organi di stampa, riguardo al fatto che in provincia in pratica si lavora un giorno si e un giorno no, hanno generato nei dipendenti e non solo, ancora una volta sconcerto e incredulità.
Non riusciamo a comprendere le motivazioni che L’hanno spinta, ancora una volta, a tali asserzioni. Speriamo che siano dovute a una strumentalizzazione politica volta alla continua ricerca di consensi presso l’opinione pubblica, come già successo a suo tempo.
Citando le parole del liberale Luigi Einaudi “conoscere per deliberare”, Le facciamo presente che a livello europeo, infatti, mentre l’orario lavorativo è pressoché uguale (in Francia 35 ore settimanali), la retribuzione invece, risulta essere tra le più basse rispetto a Francia, Germania e Gran Bretagna (dati Eurispes).
A livello nazionale, precisiamo che i dipendenti degli Enti Locali (Provincie - Comuni) risultano essere i peggio pagati del pubblico impiego; senza contare che per tre anni avranno lo stipendio bloccato con una drastica perdita del potere d’acquisto.
In questo sistema pubblico l’anomalia consiste nel fatto che i politici italiani risultano essere i più pagati a livello europeo.
Ci preme precisare, rispetto al punto in cui Lei dice: “…che il problema non è un giorno in più o in meno …, ma sono i 32 giorni di ferie…”, che i giorni di ferie sono 28 sia nel pubblico che nel privato, e ribadire che il diritto alle ferie annuali, è sancito costituzionalmente, artt. 32 e 36 della Cost.. Le direttive 93/104/CE e 2000/34/CE concernenti l’organizzazione dell’orario di lavoro, hanno previsto un limite legale minimo alla durata delle ferie stabilendo che il lavoratore ha diritto ad un periodo annuale di ferie retribuite non inferiore a 4 settimane e in Italia con il D. Lgs n. 66 del 2003 e s.m.i. (D. Lgs. 213/2004) sono state recepite.
Nelle Sue affermazioni recita “che i contratti nazionali dovrebbero superare questi “finti” privilegi…”. Non si tratta di privilegi, bensì di diritti costituzionali garantiti a tutti i lavoratori pubblici e privati.
Se di privilegi veri e non finti si deve parlare, allora occorre ricordare quelli di cui gode la classe politica italiana. Ma nessuna corrente politica di ambo gli schieramenti (se non con sporadici tentativi che non trovano mai consenso alle Camere) è mai riuscita a portare avanti l’eliminazione degli stessi!
Bisognerebbe far presente che agli inizi della Repubblica le funzioni dei politici erano a titolo gratuito e non certo con lauti stipendi odierni e tanto meno con tutti quei benefici che conservano anche dopo aver cessato dalla carica.
Infine, Sig.ra Presidente, vogliamo ricordarLe che all’interno della Provincia i dipendenti stanno dando il massimo impegno di fronte al continuo aumento delle competenze ed offrono la migliore collaborazione in questa fase difficile dovuta alla riorganizzazione dell’Ente ed in cambio vorrebbero essere rispettati e valorizzati per il servizio reso.
In compenso, vengono adottate dall’Ente scelte che vanno nella direzione opposta, infatti non è stato fatto nessun piano di miglioramento del clima; non sono mai stati definiti i profili professionali e le mansioni; mai equiparati gli stipendi tra le varie categorie (esempio un cantoniere proveniente dall’ANAS guadagna 1.500 € a fronte di un 1000 € percepite da un Cantoniere provinciale); non esiste il rispetto delle relazioni sindacali.
Ribadiamo che con dichiarazioni di questo calibro, non si fa altro che accrescere il clima di demotivazione e insofferenza già presenti all’interno della Provincia.
Riteniamo doveroso un recupero della moralità, dell’onestà e della saggezza, da parte di tutti, e soprattutto da parte della classe politica italiana che ultimamente con i suoi atteggiamenti è riuscita a rendere “normali” condotte che fino a poco tempo fa venivano considerate vergognose.
Cordiali Saluti.
RSU della Provincia di Cuneo

31 gennaio 2011

Approvato decreto contro la magistratura

A cura di Claudio Bongiovanni, Roberto Bessone, Cristina Lavina, Rosanna Giordano, Franco Ferraro. Nicola Garassino, Barra Maurizio.

Anche il ministro Brunetta è in lotta con la magistratura, infatti, la scorsa settimana è stato emanato un decreto per fermare l'operato della magistratura che sta intevenendo ed è intervenuta per condannare quelle amministrazioni dello Stato che applicano la riforma Brunetta in modo illegittimo.
La norma approvata dal governo, vuole fornire un'interpretazione 'autentica' della cosiddetta riforma Brunetta e tenta di stoppare l'operato della Magistratura che giustamente è intervenuta, ed interviene, condannando quelle amministrazioni che applicano illegittimamente la riforma, salvaguardando quindi i diritti dei lavoratori pubblici ed il sistema di relazioni sindacali, sanciti dai contratti nazionali e messi in discussione dalla cosiddetta 'riforma'".
Questa è la fase dell'attacco alle funzioni della Magistratura da parte del Governo, e Brunetta vuole anche mettersi in luce agli occhi del suo capo invece di prendere atto del fallimento della sua legge, messa in discussione dagli stessi colleghi del Ministro che si affrettano a non applicarla e che per ironia della sorte non si applica, come per le altre amministrazioni, allo stesso Ministero della Funzione Pubblica, il Ministro Brunetta si cimenta contro coloro che vorrebbero amministrazioni veramente funzionanti ed efficaci e che forse oggi si interrogano sui risultati della riformetta per fare la rima con il ministro.
Non resta che augurarsi che i successivi passi del provvedimento (le intese, il confronto in Parlamento e il parere della Conferenza delle regioni e delle autonomie locali) blocchino questo provvedimento.

24 gennaio 2011

riorganizzazione dell'Ente

    In data odierna, si è tenuto un incontro di informazione, a seguito di procedura di concertazione, relativo al nuovo organigramma della struttura e al regolamento degli uffici e dei servizi.
    Il nuovo organigramma dell'ente, differente rispetto alla proposta presentata dalla ditta Maggioli, ha sicuramente tenuto conto delle osservazioni tecniche formulate dalla RSU.
    L'esubero di 26 unità all'interno dell'Ente non è più preso in considerazione.
    Nel dettaglio, la riorganizzazione prevede come già preannunciato, l'istituzione di n°3 Direzioni, al di sotto delle quali sono previsti n°14 settori (2 in più della proposta Maggioli) a capo dei quali sono preposti gli attuali dirigenti con l'attuale personale.
    Rimangono confermate tutte le Posizioni Organizzative esistenti, tenuto conto che quelle che si sono rese vacanti negli anni scorsi, non vengono prese in considerazione.
    Dubbi e perplessità rimangono riguardo alle attuali responsabilità di servizio che al momento non sono individuate e probabilmente lasciate alla gestione da parte del dirigente.
    Il Regolamento degli uffici e dei servizi verrà licenziato con alcuni e lievi suggerimenti proposti dalla RSU.
 
       Cordiali Saluti RSU    

PEO

Componenti RSU CISL

Con la data del 31 dicembre 2010 sono state completate le valutazioni per le progressioni economiche orizzontali.
Anche quest’anno, purtroppo, ci sono state lamentele da parte di molti colleghi che si sono visti esclusi dall’attribuzione della PEO.
Un motivo di tale insoddisfazione deriva dal budget esiguo distribuito. Si è verificato infatti che alcuni Settori (quelli con pochi dipendenti) hanno avuto un budget insufficiente per poter attribuire potenzialmente la PEO a qualunque categoria, verificandosi così una netta disparità di trattamento tra i Settori stessi, ma soprattutto l’impossibilità tecnica (e quindi una discriminazione) per alcuni di poter comunque ambire alla PEO.
In ogni caso , per coloro che sono stati premiati, comunichiamo che il probabile pagamento (con decorrenza luglio 2010) avverrà nel mese di febbraio.

Programmato nuovo incontro sindacale

Riorganizzazione e regolamento dei servizi

E’ programmato per lunedì 24 gennaio (pomeriggio) un incontro tra la delegazione di parte pubblica e le OO.SS..

Tema della convocazione, l’informazione che l’Ente di prefigge di fornire in merito:

- alla riorganizzazione in atto
- alla definizione del nuovo regolamento dei servizi

Seguirà apposito post relativo all’esito dell’incontro.

Riforma Brunetta: ...in tanti si defilano!

A cura di Valter Giordano, Claudio Bongiovanni, Cristina Lavina, Maurizio Barra, Nicola Garassino, Franco Ferraro, Rosanna Giordano

Una Riforma, quella Brunetta, che definirla zoppa è ormai un eufemismo: è forse giunta l’ora di ….”sopprimerla”!

Nel nostro Ente, si sa, è divenuta un vero e proprio culto da perseguire con estrema puntualità (vedi post che segue).

In origine la citata riforma doveva essere applicata a tutta la Pubblica Amministrazione.

La riforma Brunetta, sta però, “camin” facendo, perdendo alcuni pezzi.

Non si applica più a tutti quanti.

Alcuni Settori della Pubblica Amministrazione ne sono incredibilmente esclusi.

Pochi sono infatti a conoscenza del fatto che il sistema di premialità voluto dal Ministro della Funzione Pubblica (che in nome della trasparenza nella pubblica amministrazione esclude il 25% dei lavoratori, "fannulloni" per legge a prescindere dal loro rendimento), fin dalla sua origine non coinvolge i lavoratori della Presidenza del Consiglio dei Ministri (e quindi nemmeno quelli della “Funzione Pubblica”), di cui è titolare il Ministro Brunetta.

Ma non è finita qui.

Dal 25 gennaio 2011 entrerà in vigore il Codice dell'amministrazione digitale, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lunedì scorso, che estromette anche il Ministero dell'Economia e le Agenzie Fiscali dal sistema meritocratico previsto dalla cosiddetta "Riforma Brunetta".

Per quali ragioni si è avvertita la necessità di esclude dal sistema di valutazione i citati settori? Perché queste disuguaglianze? “Va a finire” che si applicherà solamente agli Enti Locali ed alla Sanità? “Chi vivrà….vedrà”, nel frattempo alzeremo le opportune”barricate”.

Segue post con la proposta del nostro Ente in termini di valutazione della performance organizzativa

La misurazione della nostra performance nei desideri dell'Ente

A cura di Valter Giordano, Claudio Bongiovanni, Cristina Lavina, Maurizio Barra, Nicola Garassino, Franco Ferraro, Rosanna Giordano

Come è noto, il nostro Ente è particolarmente ansioso di varare l’applicazione della riforma Brunetta.

Ecco pertanto i criteri che l’Ente attualmente propone per la differenziazione delle valutazioni (pervenuti a fine dicembre 2010), che dovranno in ogni caso essere discussi.

Cinque sono i “gironi” varati. Ai fini della valutazione della performance organizzativa il personale verrebbe di fatto collocato in ben cinque fasce (dal “girone paradiso a quello dei dannati” - fannulloni per il nostro Ministro Brunetta).

Crediamo fermamente che la riforma Brunetta debba nel nostro Ente, attendere la sua futura concreta ed eventuale applicazione (tale è infatti l'interpretazione prevalente della normativa).

CRITERI PER LA DIFFERENZIAZIONE DELLE VALUTAZIONI

Personale

Livelli di perfomance

Descrizione

Risorse destinate al trattamento accessorio

Punteggi

45% - 20%

Fascia 1

Eccellente

Prestazione ampiamente superiore agli standard.

Manifestazione di comportamenti ben più che soddisfacenti ed esemplari per qualità.

52% - 32%

da 90 a 100/100

30% - 40%

Fascia 2

Buono

Prestazione mediamente superiore agli standard.

Manifestazione di comportamenti stabilmente soddisfacenti.

30% - 40%

da 78 a 89/100

20% - 30%

Fascia 3

Adeguato

Prestazione mediamente in linea con gli standard.

Manifestazione di comportamenti mediamente soddisfacenti.

Nessuna necessità di interventi.

16% - 24%

da 66 a 77/100

5% - 10 %

Fascia 4

MIGLIORABILE

Prestazione solo parzialmente rispondente agli standard.

Manifestazione di comportamenti vicini ai requisiti della posizione.

Necessità di migliorare alcuni aspetti specifici.

2% - 4%

da 30 a 65/100

//

Fascia 5

INADEGUATO

Prestazione non rispondente agli standard.

Manifestazione di comportamenti lontani dal soddisfacimento dei requisiti di base della posizione e punti di debolezza gravi.

0%

minore/uguale 29/100

21 gennaio 2011

Al via la Previdenza Complementare

A cura di Valter Giordano

Notizia a carattere nazionale di cui "pochi ne parlano".

Prende finalmente il via, non senza annosi ritardi, la previdenza complementare per i lavoratori degli Enti Locali e della Sanità. E' stata infatti recentemente annunciata la costituzione del "Fondo Perseo".

Obiettivo primario che si pone è quello di garantire un reddito adeguato (in correlazione con gli anni di versamenti effettuati) a tutti coloro che in futuro cesseranno l'attività lavorativa.

Purtroppo, siamo già alle soglie dell'entrata a regime del cosiddetto sistema contributivo che determinerà una netta riduzione dell'importo della pensione "obbligatoria" erogata a favore di molti lavoratori pubblici.

Come ben sappiamo, il rapporto tra pensione ed ultima retribuzione è drasticamente destinato a diminuire rispetto al precedente sistema retributivo, con una percentuale destinata a raggiungere il 50-60% del valore dell'ultima retribuzione.

Un rischio previdenziale che potrebbe non risparmiare neppure coloro che rientrano nel cosiddetto sistema misto (parte retributivo e parte contributivo).

Cliccando due volte sull'immagine che segue puoi prendere visione dell'articolo redatto sull'argomento dal quotidiano Italia Oggi.


19 gennaio 2011

Nuovo Ingresso RSU

Comunichiamo che è entrata a far parte della RSU Rosanna Giordano (RSU RDB) in sostituzione dell'ex collega Livio Sciolla, da poco trasferitosi presso altro Ente grazie all'istituto della mobilità volontaria.
Un benvenuto ed un augurio di buon lavoro a Rosanna
Un sincero ringraziamento a Livio, esempio di correttezza e di lealtà.