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Ancora insoddisfacenti le risposte del Governo sulla riorganizzazione degli enti. Durante l'incontro a Palazzo Chigi sono stati messi sul tavolo tutti i problemi: risorse, competenze e personale. Sull'incompatibilità di Brignolo sentenza in arrivo.
Sarà pure un progetto pilota quello varato dal governo, ma per ora sulle Province sembra si voli a vista e con una rotta ancora tutta da definire. Lo si è compreso, semmai ce ne fosse bisogno, nella prima riunione di ieri a Palazzo Chigi con i venticinque enti coinvolti a livello nazionale in questa fase di avvio della riforma, tra cui ci sono tutte le amministrazioni provinciali piemontesi, compresa la città metropolitana di Torino. Difficoltoso se non impossibile l’avvio della mobilità di parte del personale verso altre amministrazioni, ancora tutta aperta la questione dei mutui, dubbi sulle finestre per prepensionamenti, incertezze sulla disponibilità dei fondi per assicurare i servizi e, non ultima, da chiarire la questione delle competenze che verranno assunte dalle Regioni. Un lungo elenco di problemi da risolvere che è stato messo sul tavolo del segretario generale della Presidenza del Consiglio Mauro Bonaretti.
Con quel terzo degli enti coinvolti nel progetto pilota varato dal
governo per “assicurare la fornitura di specifica assistenza tecnica a
Province e Città Metropolitane nella fase attuativa della legge Delrio”,
il Piemonte dovrebbe pesare in qualche modo su questa
partita a scacchi con l’esecutivo e contro il tempo per le scadenze
imminenti. Alla riunione di presidenti c’erano quello di Alessandria, Rita Rossa, di Biella Emanuele Ramella, del Vco Stefano Costa, di Vercelli Carlo Riva Vercellotti e di Cuneo Federico Borgna, mentre l’atteso Piero Fassino per l’area metropolitana si è fatto rappresentare dal segretario generale Giuseppe Formichella. Assente pure il presidente della provincia di Asti, nonché dell’Upi regionale Fabrizio Brignolo.
Il collezionista di incarichi astigiano era stato infatti trattenuto in
città dove, davanti al tribunale si è affrontata la questione della sua
presunta incompatibilità, proprio come presidente della Provincia di
Asti in quanto anche membro del cda della locale Cassa di Risparmio.
Dopo aver sentito le parti - la questione è stata sollevata dai 5 Stelle assistiti dall'avvocato ed ex assessore della giunta Alberto Pasta - il giudice si è ritirato per emettere la sentenza. Il dispositivo è atteso presumibilmente la prossima settimana.
Si aspettano, invece, a breve le risposte del governo su quanto
richiesto dai presidenti delle Province per cercare di uscire dal
garbuglio normativo e, come spiega Rita Rossa “armonizzare lo spirito
della legge Delrio con le direttive e i decreti applicativi, in maniera
tale da consentire agli enti di poter operare”. Qualche cosa sono
riusciti a portare a casa: il termine per operare i tagli fissato
inizialmente al 15 di febbraio
è stato posticipato alla fine di marzo. Pannicelli caldi o poco più.
“Uno dei nodi da sciogliere – spiega ancora la presidente della
Provincia alessandrina – è quello della mobilità. Se le altre
amministrazioni pubbliche non comunicano le loro necessità, come si può
avviare la procedura?”.
Pure dalla Regione, presente all’incontro romano con il vicepresidente Aldo Reschigna,
ci si attende che il governo batta un colpo e si chiariscano le
competenze e l’eventuale assorbimento di personale. Altro ostacolo, per
ora non superato, quello dei mutui con gli istituti di credito. Il
governo ha annunciato un incontro con l’Abi per cercare
una via d’uscita. Le casse delle nuove Province saranno sempre più
vuote, i mutui restano, il personale se non migrerà altrove, pure. Il
rischio di andarsi a schiantare è concreto. A meno che il pilota del
progetto non trovi, in fretta, la rotta giusta.
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